"La bambola occupa un posto particolare tra i giocattoli perchè è l'immagine dell'uomo. Con l'aiuto della bambola, scrive Rudolf Steiner, andiamo in cerca del nostro Io. E' un'amica del cuore alla quale si possono confidare pensieri riposti, gioie e dispiaceri. In sua compagnia si può volare sulle ali della fantasia, con lei ci si può preparare all'arrivo di un fratellino o di una sorellina, vivere momenti divertenti o avventurosi.
Giocando con le bambole il bambino si esercita ad esprimere i suoi sentimenti e ad elaborare le sue esperienze. Nella bambola vede se stesso; le dà vita e l'anima con la sua fantasia.
Di solito il bambino è molto piccolo quando gioca per la prima volta con la bambola. A un anno e mezzo è già in grado di chinarsi sulla carrozzina e di baciare la bambola, a due l'afferra con presa sicura in un punto qualsiasi del corpo. Quando essa deve andare a dormire la mette nel lettino, la coperta viene energeticamente rimboccata ai lati. Un momento dopo la bambola deve già alzarsi di nuovo. La coperta viene tolta, la bambola presa, abbracciata forte e condotta in nuove avventure.
Il fatto che la bambola Waldorf sia semplice e morbida con i tratti del viso armoniosamente accennati dà al bambino la libertà di concretizzare la sua fisionomia vaga in una rappresentazione personale. Il sorriso stereotipato di una bambola di plastica, invece, domina il bambino e lo immerge in un'atmosfera artificiosa. Inoltre la bambola di stoffa è in grado di modificare, agli occhi del bambino, la sua espressione a seconda del suo stato d'animo. La bambola di stoffa, è quindi adattabile e viene plasmata da chi gioca e diventa una compagna di giochi che accompagna il nostro bambino nella sua crescita e nelle sue esperienze."
Liberamente tratto dal meraviglioso libro "Bambini e bambole" di Karin Neuschtz, Edizioni Filadelfia
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