giovedì 11 settembre 2014

CIUFFI DI LANA

A casa mia capita spesso di trovare per terra dei ciuffi di lana.... Di solito non faccio in tempo a raccoglierli, perché vengono subito trasformati in qualcosa dai miei bambini (paglia per il cavallino, un cuscino per la bambolina, una minuscola fatina, e via dicendo). A volte invece li raccolgono e me li portano: "tieni mamma, fai bambolina", mi disse una volta il mio ometto quando aveva un paio d'anni. O magari mi chiedono di fare una pecorella, così, su due piedi.
Effettivamente, basta così poco!
Ogni bambola, ogni gnometto, ogni personaggio nasce da poco o nulla: qualche ciuffo di lana, qualche pezzo di stoffa. Con un po' di pazienza, molto calore, e tanta passione, queste piccole cose si trasformano, prendono forma. E mi stupisco sempre di come da una materia così soffice e apparentemente delicata possano nascere bambole grandi e solide, che durano per anni, oppure altri giocattoli o oggetti. Lo confesso, "creare forme" é forse ciò che più mi appassiona del lavoro manuale, oltre al pensiero del bambino che magari riceverà quel giocattolo.


Lavorare con la lana é a per me un vero privilegio e un'esperienza che non é comparabile con lavoretti creativi analoghi. La lana offre la possibilità davvero di plasmare, di donare una certa consistenza o una certa leggerezza, cosa che non avviene, ad esempio, con le fibre sintetiche, che non si lasciano dirigere così facilmente e tendono a perdere la forma che viene loro data. La lana invece ci asseconda e ci dona la libertà di creare. E' questo uno dei motivi per cui le bambole Waldorf non possono essere realizzate con ovatta o altre imbottiture sintetiche. Perderebbero la loro forma, la loro consistenza, il loro essere "specchio" e compagni di gioco per il bambino che le riceve. Naturalmente la lana offre anche calore ed una bella sensazione al bambino, e questo é un altro motivo per cui viene preferita alle fibre sintetiche, che sono invece fredde e poco accoglienti.






sabato 7 settembre 2013

Bambole Waldorf

"La bambola occupa un posto particolare tra i giocattoli perchè è l'immagine dell'uomo. Con l'aiuto della bambola, scrive Rudolf Steiner, andiamo in cerca del nostro Io. E' un'amica del cuore alla quale si possono confidare pensieri riposti, gioie e dispiaceri. In sua compagnia si può volare sulle ali della fantasia, con lei ci si può preparare all'arrivo di un fratellino o di una sorellina, vivere momenti divertenti o avventurosi.
Giocando con le bambole il bambino si esercita ad esprimere i suoi sentimenti e ad elaborare le sue esperienze. Nella bambola vede se stesso; le dà vita e l'anima con la sua fantasia.
Di solito il bambino è molto piccolo quando gioca per la prima volta con la bambola. A un anno e mezzo è già in grado di chinarsi sulla carrozzina e di baciare la bambola, a due l'afferra con presa sicura in un punto qualsiasi del corpo. Quando essa deve andare a dormire la mette nel lettino, la coperta viene energeticamente rimboccata ai lati. Un momento dopo la bambola deve già alzarsi di nuovo. La coperta viene tolta, la bambola presa, abbracciata forte e condotta in nuove avventure.
Il fatto che la bambola Waldorf sia semplice e morbida con i tratti del viso armoniosamente accennati dà al bambino la libertà di concretizzare la sua fisionomia vaga in una rappresentazione personale. Il sorriso stereotipato di una bambola di plastica, invece, domina il bambino e lo immerge in un'atmosfera artificiosa. Inoltre la bambola di stoffa è in grado di modificare, agli occhi del bambino, la sua espressione a seconda del suo stato d'animo. La bambola di stoffa, è quindi adattabile e viene plasmata da chi gioca e diventa una compagna di giochi che accompagna il nostro bambino nella sua crescita e nelle sue esperienze."

Liberamente tratto dal meraviglioso libro "Bambini e bambole" di Karin Neuschtz, Edizioni Filadelfia

lunedì 2 settembre 2013

Mi presento....

Prezzemolina é...una mamma, come tante altre....che ama la creatività, i lavori manuale e la pedagogia Waldorf. Amo mettere in moto le mani ed il cuore, si, perché per me le mani ed il cuore lavorano insieme, ve l'avevo già detto? E così amo creare, cucire, sferruzzare, infeltrire bambole, gnometti, giocattoli e persino vestitini! 

Ma perché proprio le bambole e i giocattoli naturali? Perché fare a mano é bello di per se, ma non basta. Amo fare qualcosa che sia "bello" e "sensato", bello e "utile", e realizzare giochi pieni di calore, che andranno a rallegrare i nostri bambini é la cosa più spontanea ed importante al tempo stesso. I bambini che ci sono stati affidati, come genitori o come educatori, hanno bisogno di crescere e sviluppare i propri sensi in modo armonico e tramite i giusti stimoli. Per questo cerco di realizzare giochi ed oggetti in materiali naturali, morbidi, caldi, con i giusti colori (non troppo contrastanti né sgargianti), semplici e fatti con amore. Tutte queste qualità vengono percepite in maniera immediata dal bambino, che ne ricaverà un'impressione ed uno stimolo tali da non sovrastare le sue capacità percettive (come a volte accade con certi giochi dalle marche molto famose), ma da accompagnare dolcemente le sue scoperte e le sue fasi evolutive. Non solo, la semplicità dei tratti gli lascerà la possibilità di esercitare le sue forze di fantasia, e immaginare, nel gioco, ciò di cui ha bisogno in quel momento (elaborare delle emozioni, superare delle tappe di crescita, esercitare delle abilità...). E poi il calore, la morbidezza, l'odore dei materiali che scegliamo, gli lascerà un'impressione delle mani che hanno fabbricato quel giocattolo, e forse gli suggerirà il ricordo lontano delle pecore che dalle montagne hanno donato la loro lana morbida per imbottire le bambole o infeltrire qualche personaggio. Così sono dei giochi un po' speciali, che intessono tante qualità per il bambino e che offrono ai genitori la possibilità di creare nuovi aspetti di relazione col proprio bimbo.


Un nanetto che guarda il bambino dalla mensola, adeguatamente curato dai genitori, offrirà una sorta di sguardo protettivo al bambino ed ai suoi momenti di vita quotidiana. Una bambola avrà bisogno anche delle cure amorevoli del genitore, per non restare dimenticata in un angolo, così attraverso le attenzioni della mamma o del papà, anche il bambino nutrirà il suo amore per la bambola e questo nutrirà il suo gioco ed il suo sviluppo emotivo.... Insomma tante cose...! 

E così eccomi qua, mi chiamo Luisa, sono mamma di 3 bimbi (di 9, 6 e 3 anni). Ho sempre coltivato, di nascosto, l'amore per i lavori manuali, mentre mi dedicava a tutt'altre cose. Finalmente, con l'arrivo della prima figlia, ha scoperto la pedagogia steineriana e non l'ha più abbandonata, e dopo poco, ha cucito (con gran fatica!) la prima bambola per la mia bimba! Bimba Nina, si chiamava. Ed é ancora fra i giochi della cameretta! Da allora, mi é uscito dalle mani un mondo di bambole, fate, nanetti, e altre creazioni di stoffa e feltro. Nel frattempo, ho frequentato alcuni seminari di lavoro manuale e feltro, ho condiviso le mie passioni con altre mamme, ho avuto un' esperienza di insegnamento del Lavoro Manuale in una Scuola Steineriana, e poi non sto qui ad annoiarvi con tutto il resto! Amo vivere avventure con i miei figli e siamo sempre intenti a creare qualcosa: torte, biscotti, marmellate, lavoretti di cucito e maglia, ci inventiamo giochi, facciamo decorazioni e oggetti per le varie feste dell'anno, dipingiamo, raccogliamo pigne, foglie e rami, collezioniamo sassi, conchiglie ed altri meravigliosi tesori...!